Su questo pullman Leon -Madrid è iniziata la seconda fase del viaggio di The Pathfinder!

Tra qualche ora salirò la scaletta di un aereo per portare a Roma gli hard disk con tutto il materiale registrato durante il viaggio.

Sono un po’ perplesso, non che non abbia voglia di rivedere i miei amici e la mia famiglia. Perplesso di rientrare tra palazzi di cemento, smog e una vita frenetica a cui dico molto onestamente:” è stato bello ma non fai per me”!

Penso sia abbastanza naturale avere paura di rientrare, molti che hanno fatto lunghi percorsi come il nostro, mi hanno messo in guardia sul tempo necessario che occorre prima di non sentirsi “anormale”.

Anche se, forse, gli “anormali” sono gli altri. Mi sento molto normale nella mia dimensione umana. Guardare fuori della finestra, qui a Casa Flor, e vedere le montagne. Andare in stanza la sera dopo aver passato un po’ di tempo con il naso all’insù ad ammirare la vastità del cielo stellato. La mattina sentire i profumi dell’alba come se fossi ancora in cammino. Ammirare l’alba e il cielo colorarsi come un dipinto di un impressionista.

Ci sono molti risvolti positivi nel vivere in un luogo del genere. Credo la qualità della vita sia nettamente superiore. Certo capisco che non tutti possano permettersi di farlo ma credo sia la “medicina” al nostro continuo correre.

Il giusto tempo per il lavoro, affannarsi, correre decidere di destinare parte del proprio tempo al lavoro come se si stesse sempre con l’acqua alla gola è un modo di vivere che non mi appartiene più.

Prima vivevo una dimensione lavorativa particolarmente strana. Sempre appeso tra Bruxelles e Roma. Sempre a “disposizione”. Il tempo libero, in fondo in fondo, non c’era mai. Sempre a portata di telefono. Quello strano strumento che sembra essere indispensabile per sentirsi parte della società. Strumento indispensabile per essere costantemente connessi con il mondo social. Come se fosse indispensabile dirsi tutto nel momento in cui accade qualcosa. Perdendo il gusto del racconto, della narrativa. L’incontro autentico tra due persone. Il giusto tempo per guardarsi e parlare.

Forse appartengo ad una generazione diversa o forse questo viaggio ha modificato in maniera irreparabile il mio punto di vista.

Comunque… Roma… Hard Disk e montaggio.

Ecco i programmi futuri di The Pathfinder. Spero di essere stato capace di cogliere il punto di vista di tutte quelle persone che abbiamo incontrato, con le quali abbiamo camminato e condiviso anche un minuto di questo fantastico Cammino. Cercheremo di valorizzare ogni momento, ogni storia e cercheremo di raccontarle così come ci sono state affidate. Senza manipolazioni.

Sarà un lavoro difficile a fronte delle cinquanta interviste, i 20 cammini differenti percorsi, e delle 100 persone che hanno scelto di camminare insieme a noi. Sono numeri importanti e l’impegno, qui nero su bianco, sarà quello di riempire lo schermo del cinema con tutti questi volti!

Buon Cammino 👣🌈

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